Negli anni è stato sempre più chiaro e dimostrabile anche scientificamente, l’effetto dei colori sulla psiche umana. I colori infatti sono in grado di sollecitare emozioni e stati d’animo e in alcuni casi di generare cambiamenti nella psicofisiologia cel corpo.



Entrando in una stanza il primo aspetto che percepiamo senza farci troppo caso è rappresentato dai colori, prima ancora di percepire le forme, le dimensioni, l’arredo nei suoi artefatti. Molte cose perdono di significato se non connotate dal colore o in alcuni casi cambiano significato attribuibile. I colori definiscono in gran parte ciò che vediamo ma anche l’impatto emotivo che le cose, le persone e le situazioni hanno su di noi. I colori possono influenzare i nostri vissuti.



La Psicologia ha studiato a fondo i colori e la scelta degli stessi poiché questi, con i loro numerosi simbolismi e significati, hanno un effetto incredibile sulle persone. I colori infatti agiscono sull’attività corticale (onde cerebrali), sulle funzioni del sistema nervoso, e sull’attività ormonale. Ma non solo, essi possono stimolare precise associazioni estetiche ed emotive intervenendo anche sulle nostre scelte.



I colori, oltre ad essere fenomeni di tipo fisico (interazione della luce con la materia), sono fenomeni fisiologici (percezione della luce da parte dell’occhio umano) e psicologici.




Ma cosa sono e a cosa servono i colori?

I colori non esistono in natura così come noi li vediamo. È l’occhio umano che assorbe dalla luce una radiazione elettromagnetica e, a seconda della lunghezza d’onda e dell’intensità di questa radiazione, i fotorecettori della retina inviano un determinato stimolo al cervello che si trasforma nella percezione di un particolare colore. Inoltre il colore come parte integrante del mondo in cui viviamo e la capacità di percepirlo è una caratteristica ereditata anche per la sopravvivenza della specie. Per sopravvivere, le piante per esempio, hanno bisogno di avere dei petali molto colorati al fine di attirare gli insetti per l’impollinazione. Anche gli animali e gli uomini reagiscono biologicamente e si adattano alla luce colorata e ai segnali colorati sia con gli occhi che con la pelle.



Entrando nel vivo nella psicologia, la psicologia del colore, in particolare nasce perché via via è stato sempre più chiaro e dimostrabile anche scientificamente, come i colori appunto possano stimolare la mente umana provocando delle emozioni particolari.



Ogni colore ha infatti il suo significato e la sua connessione precisa con una parte del cervello che determina emozioni o stati d’animo specifici. La psicologia del colore è oggi molto usata a livello di neuromarketing per esempio per creare ambienti, pubblicità e cultura in grado di impattare sulle nostre emozioni.



Ma facciamo qualche passo indietro, riferendoci alle teorie di Carl Gustav Jung relative l’inconscio collettivo, ovvero quella parte della psiche che non ha niente a che fare con le reazioni consapevoli o inconsapevoli basate sull’esperienza personale ma che richiama una dimensione legata alla collettività: il deposito delle esperienze dell’umanità, presente in ogni singolo individuo. I colori, l’impatto emotivo che hanno su ciascuno di noi e il simbolismo ad essi collegato è in parte effetto dei contenuti dell’inconscio collettivo. Per esempio le sensazioni che ci danno i “colori caldi” e “colori freddi” sono nati nella notte dei tempi, prima del linguaggio, e hanno per noi un valore universale e presente nell’inconscio collettivo.



Non solo, il valore simbolico e le reazioni emotive attribuite ai colori può dipendere anche dalle sensazioni psichiche immediate, dal nostro vissuto personale del momento, dalle circostanze e dalla nostra struttura di personalità. Il significato dei colori a livello psicologico riguarda il campo delle emozioni, delle esperienze personali presenti e passate. I colori dunque hanno un’innegabile e ad oggi dimostrato scientificamente, impatto sul nostro cervello e sulla nostra psicologia, stimolando la mente umana e determinati stati d’animo. Di fatto in psicologia esiste una Teoria secondo la quale i colori ci possono essere utili nella quotidianità.



Uno dei primi studiosi a studiare l’impatto dei colori sulla mente e sulla salute psicofisica delle persone fu K. Goldstein (1878-1965), psichiatra e neurologo tedesco che abbracciò la teoria olistica dell’organismo basata sulla Gestalt. Goldstein pubblicò le sue osservazioni sull’influenza del colore sull’organismo umano: per ciò che concerne il morbo di Parkinson, mostrò come il rosso peggiori i sintomi della patologia a differenza del verde che sembrava migliorarli.



Prima ancora di Goldstein, Pancoust nel 1877, con il suo libro “Blue and Red light” espose le sue scoperte sull’effetto terapeutico di alcuni colori. Il suo metodo consisteva nel far passare la luce attraverso vetri colorati: blu per rilassare il sistema nervoso, rosso per accellerarlo. Negli stessi anni, il dottor Edwin Babbit scrisse “The principles of light and color” in cui sosteneva l’importanza della luce bianca (solare) per il benessere dell’individuo. In linea con queste teorie è oggi dimostrato che effettivamente la luce del sole agisce sul metabolismo favorendo l’attività cellulare e accelerando i processi di espulsione delle scorie e che i colori, a partire da quelli primari stimolano diversamente il nostro sistema nervoso, per esempio il giallo è un colore che può infastidire la mente e al contempo attivarla, il verde può avere effetti simili a quelli della luce del sole, il blu/violetto aumenta la capacità di concentrazione e rilassamento.



Tutti sappiamo che esistono varie sfumature di colore, varie intensità e tonalità e anche questi fattori influiscono sull’impatto che gli stessi colori hanno sulla nostra mente.





Fatta questa prima sintetica introduzione, certamente non esaustiva della mole di informazioni e contenuti scientifici che ad oggi abbiamo sulla psicologia dei colori, vorrei con voi condividere la scelta del blu ciano, delle sue sfumature più chiare nei toni freddi dell’azzurrino, come colore scelto, in combinazione con il bianco, per gli spazi e per il “brand” di Menti a contatto – Psicologia & Psicoterapia

Il blu è un colore spirituale che richiama il cielo, il mare e l’infinito, dopo il verde è il colore che più richiama la natura, con proprietà calmanti e rilassanti. Con il suo carattere tranquillizzante e al contempo stimolante la concentrazione, richiama significati legati ad esperienze di stabilità, equilibrio, fiducia e al contempo apertura e libertà. Il blu è il conciliatore di tutti i colori: non sono molte infatti le persone che provano fastidio in presenza di blu.

Il Blu e le tonalità dell’azzurro, hanno inoltre effetti rilassanti sull’organismo, alcuni studi infatti hanno dimostrato come osservandoli il respiro si fa più lento e regolare e il polso batte più lentamente. Psicologicamente dunque il blu e l’azzurro richiamano rilassamento, calma, concentrazione, riduzione dell’ansia e della tensione psico-fisica.

Il bianco invece, dona vitalità ed è simbolo della purezza ma anche del passaggio ad una nuova condizione, auspicata. Il bianco richiama qualcosa di desiderato che deve ancora verificarsi.

Dunque tutt’altro che casuali i colori scelti per il logo e per gli spazi di Menti a Contatto. Ogni elemento dell’ambiente è stato pensato e scelto per trasmettere accoglienza, sicurezza e confort, ma ricordate che c’è un primo e fondamentale fattore che fa la differenza in psicoterapia ed è la capacità del terapeuta di essere accogliente, empatico, affidabile, di trasmettere sicurezza e infondere calma ed equilibrio questo è l’aspetto più impattante di un Setting di psicoterapia.

Quando un professionista vi fa vivere e trasmette buona parte di queste caratteristiche nella relazione, probabilmente è il professionista “giusto per voi”… a proposito che colore abbinereste al vostro/alla vostra terapeuta? 😊